Forum da stadio

Giunta al termine, la campagna elettorale per il Forum dei Giovani di Somma Vesuviana non sarà ricordata certo per l’entusiasmo o per belle idee messe in campo, quanto, ahinoi, da stucchevoli e assurde polemiche e guerre del fango da ambo i lati. Seppur ancora con rammarico, questo clima da stadio (tipicamente italiano), oramai, non suscita più stupore; d’altronde, se anche il compianto presidente Sandro Pertini decantava il bisogno di “esempi di onestà, di coerenza e di altruismo” per i giovani, allora proprio ‘gli adulti’ non possono ritenersi dispensati dalla corresponsabilità.
Almeno confortante è che la chiusura della “guerriglia elettorale” riesce, di solito, a spegnere e rinfrescare gli animi infiammati dei concorrenti e dei rispettivi tifosi. Ma non tutti. A quanto pare, c’è ancora terreno per qualche tiepida polemica: la ripartizione proporzionale dei seggi. Premettendo che, personalmente, trovo sia il metodo più democratico e rappresentativo, è desolante la capacità di alcuni di cercare il marcio in ogni dove, soprattutto quando quel qualcuno ha per anni stigmatizzato Berlusconi perché governava con “appena” il 45% e quindi con il 55% degli italiani che non lo avevano votato; oppure quando quel qualcuno ha criticato l’Italicum di Renzi, che prevede il premio di maggioranza.
C’è da chiedersi, a freddo, se era necessario, se le zuffe siano servite a qualcosa oltre ad inimicarsi e a compromettere una futura e auspicabile collaborazione tra le parti. Dovrebbe essere chiaro a tutti che c’è un forte bisogno di placare gli animi, di moderare i toni, soprattutto quando si utilizzano strumenti, come i social, che troppo spesso riescono ad allontanare le persone. Torniamo, dunque, a parlarci da vicino, guardandoci negli occhi e stringendoci la mano. E torniamo a professare quei principi che mancano non solo nella politica, ma anche nello sport, nell’economia e in tutti i rapporti umani: il rispetto e la lealtà.

Michele D’Avino

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Michele D'Avino

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