Il ricordo vivo di Giancarlo Siani
“Ogni volta che un giornalista nasconde la verità e presta il fianco al potere, alla menzogna e alla cattiva politica i tuoi occhiali si frantumano. Purtroppo caro Giancarlo continuano ad ammazzarti ogni maledettissimo giorno”
29 anni fa Giancarlo Siani veniva ucciso per mano della camorra. Accadeva il 23 Settembre del 1985.
Nato il 19 Settembre 1959, Giancarlo era un giovane pubblicista napoletano di formazione classico-umanistica che, iscrittosi all’università, aveva iniziato a collaborare con diversi periodici. Fin da subito si mostrò sensibile alle problematiche sociali del disagio e dell’emarginazione che, secondo lui, erano il punto principale da approfondire se si voleva combattere in modo efficace la camorra. La sua voglia di comprendere quel circolo vizioso e combatterlo lo spinse a passare al periodico ‘Osservatorio sulla camorra’, rivista socio-informativa diretta da Amato Lamberti, e successivamente a ‘Il Mattino’ presso la sede di Castellammare di Stabia.
Fu proprio questo però il suo turning point più grande. Facendo vita di redazione, Siani si spinse ben oltre la semplice scrittura di informazione. Riuscì a scendere all’interno del tessuto criminale del posto, approfondendo il suo lavoro con vere e proprio inchieste, per esempio sul contrabbando di sigarette e sull’espansione dell’impero economico di Valentino Gionta, boss di Torre Annunziata.
Siani era diventato, dunque, un personaggio scomodo per la malavita che, di lì a poco, lo condannò a morte.
Marta Pignatiello.
Marta Pignatiello
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