La Chiesa e il Concordato

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Sui social network da un po’ di tempo appaiono post con cui la gente viene invitata ad apporre la propria firma per l’abolizione del Concordato. La raccolta di firme è partita dal Movimento politico delle cinque stelle e fa parte di tutta una serie di iniziative volte a rendere la nostra società più giusta e più “laica”.

Vediamo di capire e soprattutto di far conoscere ai più giovani cosa sia il Concordato e qual è la storia che ci ha portato ad avere nella nostra legislazione di paese moderno e civile questo strumento giuridico che “profuma” di medioevo (il primo Concordato della storia, se non andiamo errati, fu quello siglato a Worms, città della Germania, nel 1122 tra l’imperatore Enrico V e papa Callisto II, che poneva termine alla decennale disputa della “lotta per le investiture” , per le quali la Chiesa e l’Impero vennero a forte contrasto per stabilire chi dovesse nominare i vescovi).

E’, quella del Concordato, una storia che parte da lontano ed affonda le sue radici alla fine dell’epoca storica antica, quando, con la caduta dell’Impero Romano d’occidente (476 d.C.) in questa parte d’Europa si crea un vuoto di potere ed il Vescovo di Roma, rimasta l’unica autorità in campo a difendere la gente dalle invasioni barbariche, getta le basi giuridiche ed ideologiche per “edificare” quello che nei secoli successivi verrà indicato come “il potere temporale della chiesa e dei papi”.

Cosa vuol dire “potere temporale”?

La Chiesa e i papi, oltre ad avere un normale potere spirituale sulle anime della gente, per poter meglio esercitare la loro funzione, possedevano anche un vero e proprio “Stato” con confini, leggi, esercito, dogane, etc.

I giuristi ecclesiastici tentarono anche di giustificare da un punto di vista storico e giuridico questo possesso, che ovviamente era in contrasto con quanto esplicitamente aveva asserito Gesù: “Il mio regno non è di questo mondo” (Giovanni 18, 36) ed “inventano” letteralmente un documento passato alla storia come “Donazione di Costantino”.

Con questo lascito i giuristi ecclesiastici intendevano dimostrare che il possesso di uno Stato da parte della Chiesa era dovuto ad una donazione dell’imperatore Costantino (280 – 337) che aveva voluto “premiare” i cristiani per averlo aiutato nella conquista dell’impero romano.

Il documento poi nel Rinascimento fu riconosciuto come fasullo dal filologo (studioso delle lingue) Lorenzo Valla (1405 – 1457) che dimostrò in modo inoppugnabile che i termini usati in esso risalivano all’VIII secolo e non ai tempi dell’imperatore Costantino.

Ma su questo falso la Chiesa di Roma ha costruito il suo potere “temporale” e nel corso dei secoli, attraverso guerre e trattative, a possedere uno Stato di media grandezza che si estendeva sui territori che oggi appartengono a regioni dell’Italia centrale come Lazio, Umbria, Abbruzzo, Marche e Emilia Romagna.

La presenza di questo Stato del tutto particolare in Italia, secondo molti storici, ha segnato un grave handicap per l’Italia: non si è riusciti anche da noi nell’età moderna ad avviare un processo di unificazione nazionale, così com’era avvenuto per altri paesi europei come Francia, Spagna, Inghilterra, etc.

Questa “debolezza” italiana, l’eccessiva frammentazione del nostro territorio in tanti Stati più o meno piccoli, ha scatenato gli appetiti di Francia e Spagna che, attratti dalla bellezza e dalla ricchezza delle città della penisola, sono venute a far da padroni nel nostro paese e a depredarci dei nostri beni.

Solamente durante il Risorgimento (1815 – 1870) l’Italia è riuscita a completare il processo di unificazione nazionale e ad abbattere il potere temporale dei papi.

Fu con la “gloriosa” giornata del 20 settembre 1870 con l’epica “breccia di Porta Pia” che i bersaglieri italiani poterono conquistare Roma e renderla capitale del neo Stato, proclamato appena nove anni prima, il 17 marzo del 1861.

Naturalmente il papa di allora, Pio IX, al secolo Giovanni Mastai Ferretti (1792 – 1878), che aveva inizialmente dato illusione di essere un liberale e di volere l’unità italiana, non la prese, diciamo così, “bene”.

Infatti scomunicò il re e la regina italiani, il governo e tutti coloro che avevano contribuito all’abbattimento del suo potere temporale ed invitò “molto cristianamente” le potenze cattoliche a scendere in guerra contro l’Italia che aveva osato usurpargli il trono.

Nacque così la famosa “questione romana”: la Chiesa non aveva accettato le leggi di garanzia (guarantige) che lo Stato italiano le aveva offerto ed ufficialmente viene dichiarato una situazione di dissidio, che i governi liberali succedutisi all’epopea risorgimentale non seppero e non vollero risolvere (ricordiamoci la massima di Cavour: Libera Chiesa in libero Stato).

Chi intuì in modo spregiudicato che la soluzione della “questione romana” potesse ritornare di grande utilità al suo regime fu Benito Mussolini (1883 – 1945), duce del Fascismo e capo del governo italiano dal 1922 al 1943.

Il fondatore dei Fasci di combattimento era un massone, ateo, anticlericale (celebre la sua disputa pubblica col pastore protestante Taglialatela: datemi un orologio. Do dieci minuti di tempo al Padreterno. Se Egli non mi colpisce entro questo limite di tempo, vuol dire ch’Egli non esiste. Il fantasma di Dio è ridicolo. Esso intralcia il progresso umano. Il dio adorato dalla gente religiosa è una fedele immagine del loro cretinismo, della loro assoluta incapacità di ragionare. Non v’è dubbio che le religioni sono una malattia mentale. Una persona veramente religiosa non è normale, è malata di cervello. La religione riduce gli essere umani in bruti), ma ciononostante stipulò con la Chiesa cattolica il Trattato del Laterano (11 febbraio 1929)

Il Trattato comprendeva tre parti:

1)      il riconoscimento giuridico della Città del Vaticano;

2)      Il Concordato vero e proprio;

3)      Un ingente somma di denaro a titolo di risarcimento di quanto la Chiesa cattolica aveva perduto con la “Breccia di Porta Pia”.

Il Concordato concedeva una serie di privilegi alla Chiesa cattolica.

Vediamo quali erano i principali!

Il governo italiano acconsentì di rendere le sue leggi sul matrimonio e il divorzio conformi a quelle della Chiesa cattolica di Roma;

Rendere il clero esente dal servizio militare;

Riconoscimento di religione di Stato in Italia del cattolicesimo, con importanti conseguenze sul sistema scolastico pubblico, come l’istituzione dell’insegnamento della religione cattolica, già presente nelle scuole elementari dal 1923 ed ora esteso anche a quelle medie.

A fronte di questi benefici, il Vaticano non concesse nulla allo Stato Italiano, se non la cancellazione delle scomuniche a regnanti e governanti.

L’indomani della stipula del Trattato con il cardinale Segretario di Stato Pietro Gasparri (1852 – 1934), Mussolini tutto trionfante si affacciò dal balcone di Palazzo Venezia e proclamò che la “questione romana”, pendente da 60 anni, il Fascismo l’aveva magistralmente risolta.

Esilarante ed improvvida l’affermazione di Pio XI (Achille Ratti 1857 – 1939) pronunciata davanti ai professori e agli studenti dell’Università del Sacro Cuore: “E forse ci voleva anche un uomo come quello che la Provvidenza Ci ha fatto incontrare; un uomo che non avesse le preoccupazioni della scuola liberale, per gli uomini della quale tutte quelle leggi, tutti quegli ordinamenti, o piuttosto disordinamenti, tutte quelle leggi, diciamo, e tutti quei regolamenti erano altrettanti feticci e, proprio come i feticci, tanto più intangibili e venerandi quanto più brutti e deformi”.

Direbbe il grande Alessandro Manzoni: così va il mondo… anzi così andava nel secolo XVII…

Mussolini il massone, l’ateo, l’anticlericale, che aveva definito la religione una cosa da “cretini”, diviene semplicemente così “l’uomo della Provvidenza”!

Incredibilmente dopo la caduta del Fascismo e l’istituzione della Repubblica, ecco profilarsi all’orizzonte un altro “uomo della Provvidenza”!

Solo che questa volta non ti saresti mai aspettato che potesse provenire da quella parte politica!

Si tratta di Palmiro Togliatti (1893 – 1964), sbarcato in Italia dalla corte di Stalin in Unione Sovietica per inserire il partito comunista, di cui fu segretario, nel processo di costruzione di un nuovo Stato, in cui le masse proletarie potessero avere voce in capitolo.

Molto cinicamente “Il Migliore” (così veniva soprannominato Togliatti) fece un ragionamento analogo a quello di Mussolini nel 1929: forniamo i nostri voti in Parlamento per far inserire il Trattato del Laterano nella Costituzione, che di lì a poco sarebbe stata promulgata, e così avremo l’approvazione della Chiesa cattolica.

Ma questa volta l’operazione “furbesca” non sortì lo stesso effetto di qualche decennio prima e al povero Palmiro mal gliene colse!

L’antisemita e reazionario, nonché filonazista, Pio XII (Eugenio Pacelli 1878 – 1958), una volta ricevuto il favore dal segretario del PCI, che aveva fornito i voti necessari per inserire i patti Lateranensi nella Costituzione, proditoriamente, con un decreto del Sant’Uffizio (l’organo vaticano che si interessa di controllare l’ortodossia) il 1° luglio del 1949 scomunica i comunisti, affiggendo in tutte le parrocchie il seguente avviso sacro:

“Fa peccato grave e non può essere assolto:

Chi è iscritto al Partito Comunista.

Chi ne fa propaganda in qualsiasi modo.

Chi vota per esso e per i suoi candidati.

Chi scrive, legge e diffonde la stampa comunista.

Chi rimane nelle organizzazioni comuniste”.

Un altro uomo “di sinistra”, Bettino Craxi (1934 – 2000), il 18 febbraio del 1984 con l’allora cardinale Segretario di Stato Agostino Casaroli (1914 – 1998) revisiona il solo Concordato che lascia praticamente immutati i tanti privilegi anacronistici di cui gode la Chiesa cattolica in Italia.

L’iniziativa del Movimento delle cinque stelle di abolire il Concordato ci informa anche quanto esso costi alle tasche dei contribuenti italiani, a prescindere se siano cattolici, di altra confessione cristiana, di altra religione, atei o agnostici: si tratta di nove miliardi di euro all’anno, ripartiti tra le seguenti spese: otto per mille, stipendi agli insegnanti di religione cattolica, nominati dai vescovi e pagati dallo Stato, convenzioni su sanità e scuola, mancato introito di tasse, etc.

Se papa Francesco è quella persona che dice di essere (in verità l’ha pure dimostrato!), smetta unilateralmente il Concordato che disegna ancora una Chiesa legata al potere mondano e “smaniosa” di prebende e di privilegi, ormai decisamente anacronistici!

Vincenzo Caputo

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Vincenzo Caputo

Nato a Somma Vesuviana (NA) nel 1955. Laureato all'Università "Federico II" di Napoli in Filosofia con una tesi su Giulio Girardi, teologo e filosofo, impegnato a coniugare le ragioni della fede religiosa con la dottrina marxista. Dopo la laurea, si è inscritto alla Facoltà di Teologia "Duns Scoto" di Nola (NA), conseguendone il diploma. Per diversi anni è stato insegnante di religione cattolica nei licei. Attualmente insegna materie letterarie presso l'Istituto comprensivo "Radice" di Massa di Somma (NA). Coniugato con Rosetta Buonaguro da oltre trent'anni e padre di due figli, Armando e Viviana. Dopo anni di frequentazione e di impegno cattolico nei movimenti ecclesiali (in particolare il Movimento dei Focolari, fondato nel 1943 da Chiara Lubich), ha aderito al programma di ricerca dell'evoluzionismo di stretta osservanza darwiniana. Ultimamente il suo impegno intellettuale è rivolto ad affrontare su basi razionali l'annoso ed appassionante problema del confronto tra fede e scienza, propendendo decisamente per quest'ultima, come spiegazione "elegante" ed efficace dell'origine della vita sul nostro pianeta.

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