Le radici culturali dell’omofobia in Italia

È inutile nasconderci dietro un dito: noi italiani siamo omofobi e abbiamo paura della diversità!
La recente polemica, a dir la verità dai toni non molto elevati, tra Wladimir Luxuria e l’on. Alessandra Meloni e il fatto che nel nostro paese non ci sia ancora una legislazione adeguata per le coppie dello stesso sesso, sono una spia incontrovertibile che in Italia siamo ancora lontani dal raggiungere i livelli di civiltà e di democrazia dei paesi del nord–Europa, dove questi problemi li hanno affrontati e li hanno risolti con dignità e lungimiranza. Da noi, nonostante i molti e ripetuti tentativi di avere una legislazione adeguata sulle coppie di fatto, che magari contempli anche la possibilità di adozione da parte di coppie gay, si è sempre giunti ad un nulla di fatto. Chiediamoci con onestà intellettuale il perché.
In Italia ci sono il Papa ed il Vaticano che sono portatori di una weltanschauung decisamente omofoba, in quanto convinti che un essere soprannaturale di natura divina ci abbia voluto far sapere, attraverso le cosiddette “Sacre Scritture”, che egli detesta l’omosessualità e che pertanto essa è “contro natura”. Penso che tutti noi conosciamo la storia di Sodoma e Gomorra, due città situate nei pressi del Mar Morto in Palestina, che secondo il racconto biblico (Gen 19, 1-26) vengono distrutte con una pioggia di zolfo e fuoco, perché ivi si praticava l’omosessualità (non a caso, per secoli, la chiesa ha usato il termine “sodomiti” e “sodomia” per indicare l’amore contro natura, cioè l’omosessualità). Esilarante ed inquietante (soprattutto per le donne) quello che viene raccontato in questa pagina creduta ispirata da Dio. A Lot, fratello di Abramo, si presentano due angeli e lui li ospita. Diffusasi la notizia per Sodoma, subito si presentano uomini e vecchi a casa del patriarca per chiedergli di poter abusare sessualmente dei due angeli che, evidentemente, dovevano essere di belle fattezze. Sconcertante la risposta di Lot: «No, fratelli miei, non fate del male! Sentite, io ho due figlie che non hanno ancora conosciuto uomo; lasciate che ve le porti fuori e fate loro quel che vi piace, purché non facciate nulla a questi uomini, perché sono entrati all’ombra del mio tetto.» .
Praticamente per quest’uomo di Dio era preferibile lo stupro delle due figlie vergini a quello degli angeli suoi ospiti. Per fortuna ci fu un intervento miracoloso e lo stupro non avvenne, né degli angeli, né delle fanciulle. Ma i poveri sodomiti non poterono evitare la distruzione della loro città. In breve tempo, infatti, essa fu coperta da una pioggia di zolfo e di fuoco che la rase al suolo. Solo Lot si salvò con la sua famiglia, tranne la povera moglie che ebbe l’ardire di guardare indietro e fu tramutata in una statua di sale. Giudicate voi se queste pagine, spacciate per parola di Dio, non grondano omofobia da tutte le parti!
In realtà è proprio su una lettura fondamentalistica della Bibbia che la Chiesa si pone con tutte le proprie forze contro le unioni gay e frappone macigni ideologici colossali contro il riconoscimento a vivere felici di chi ha un diverso orientamento sessuale. Ma cerchiamo di capire il perché nella cultura del popolo ebraico è così accentuato il sentimento omofobico. Esso non possedeva, come poi i cristiani, un concetto dell’aldilà. La vita allora aveva un senso se era benedetta da una prole sana e numerosa. Diventava quindi naturale avere un’avversione spontanea per tutto ciò che poteva ostacolare la riproduzione. Un altro esempio ci viene dalla storia di Onan (nome che ha dato vita al termine “onanismo” che nel linguaggio medico può significare impropriamente “masturbazione” o “coito interrotto”), il quale risultava “sgradito” agli occhi del Signore, perché invece di ingravidare sua cognata, rimasta vedova, “gettava il seme a terra” (Gen. 36-10). Ci ritroviamo di fronte a  una vera e propria ossessione per il sesso non riproduttivo che pari pari è passata nella cultura cristiana. Fintantoché l’ideologia cristiana non è andata al potere e la cultura classica è rimasta in auge, per l’omosessualità le cose non andavano male ed essa era vissuta con normalità ed addirittura esaltata. Pensiamo al “Simposio” di Platone, pensiamo alla scuola sull’isola di Lesbo della poetessa greca Saffo, pensiamo a come veniva salutato Cesare, al ritorno da trionfi militari: “Ave Cesare, moglie di tutti i mariti e marito di tutte le mogli”. Le cose si sono complicate e sono iniziate decisamente ad andare male per l’amore tra persone dello stesso sesso quando, con Costantino prima(274 d. C. – 337) e con Teodosio poi (347 – 395), la religione cristiana diviene “di Stato”. I cristiani (non ci sono ancora cattolici, protestanti ed ortodossi) da “perseguitati” divennero “persecutori” ed iniziarono a massacrare tutti coloro che la pensavano diversamente da loro (una prima vittima fu la filosofa e matematica alessandrina Ipazia, letteralmente scorticata viva con ostriche da un’orda di fanatici cristiani). Naturalmente ne fecero le spese anche gli omosessuali che, a dir di papi e vescovi, tenevano una condotta di vita meritevole, come abbiamo visto nell’inquietante racconto di Lot, di “fuoco e zolfo”. Ecco, per sommi capi, perché noi italiani siamo immersi in una cultura omofobica: lo dobbiamo alla forte presenza della chiesa cattolica, la quale sarà pure meritevole per altre cose a livello sociale, ma sugli omosessuali crede che essi abbiano una condotta di vita che dispiace a Dio, il quale è contento solo se, secondo la cultura ebraica, l’amore è eterosessuale e riproduttivo.

Vincenzo Caputo

 

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Vincenzo Caputo

Nato a Somma Vesuviana (NA) nel 1955. Laureato all'Università "Federico II" di Napoli in Filosofia con una tesi su Giulio Girardi, teologo e filosofo, impegnato a coniugare le ragioni della fede religiosa con la dottrina marxista. Dopo la laurea, si è inscritto alla Facoltà di Teologia "Duns Scoto" di Nola (NA), conseguendone il diploma. Per diversi anni è stato insegnante di religione cattolica nei licei. Attualmente insegna materie letterarie presso l'Istituto comprensivo "Radice" di Massa di Somma (NA). Coniugato con Rosetta Buonaguro da oltre trent'anni e padre di due figli, Armando e Viviana. Dopo anni di frequentazione e di impegno cattolico nei movimenti ecclesiali (in particolare il Movimento dei Focolari, fondato nel 1943 da Chiara Lubich), ha aderito al programma di ricerca dell'evoluzionismo di stretta osservanza darwiniana. Ultimamente il suo impegno intellettuale è rivolto ad affrontare su basi razionali l'annoso ed appassionante problema del confronto tra fede e scienza, propendendo decisamente per quest'ultima, come spiegazione "elegante" ed efficace dell'origine della vita sul nostro pianeta.

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