Gesù è veramente esistito?

Gesù di NazarethUn libro, divenuto ben presto un best-seller con milioni di copie vendute in tutto il mondo, a metà degli anni ’70 del secolo scorso, cercò di rispondere alla domanda del titolo dell’articolo. Si tratta di “Ipotesi su Gesù” del teocon Vittorio Messori, il quale prende in esame le ipotesi di tre scuole di pensiero sul profeta messianico.

La prima ipotesi è quella della scuola mitica, la quale ipotizza che Gesù non sia mai esistito e non sia altro che l’incarnazione del mito del dio che muore e resuscita, molto presente nelle culture antiche.

La seconda ipotesi è quella della scuola critica, la quale ipotizza che Gesù sia realmente esistito, ma che fosse un semplice profeta apocalittico che attendeva a breve in modo spasmodico l’avvento del regno di Dio. Egli predicò essenzialmente nei villaggi, entrò in Gerusalemme, provocò qualche tumulto, fu arrestato, processato e infine giustiziato dalla forza di occupazione romana. Fin qui la storia! Poi il mito si è impossessato di lui ed ha creato l’invenzione del dio cristiano.

La terza ipotesi naturalmente è quella fatta propria dalle chiese cristiane che, seppur con differenze dottrinali a volte anche notevoli, ritengono Gesù il figlio di Dio, fatto uomo.

Vediamo adesso di capire di quali fonti noi disponiamo per accertarci se Gesù sia stato veramente un personaggio della storia o, appunto, un “mito” inventato dalla fervida fantasia degli uomini, sempre pronti a creare un qualcosa che li faccia sfuggire alla dura e terribile realtà dell’esistenza.

Un principio epistemologico che bisogna subito introdurre in modo preliminare, sia laici che credenti, è questo: non si può accettare l’esistenza storica di Gesù solo perché l’Antico Testamento lo preannuncia ed il Nuovo ne racconta la vita. E’ come se noi volessimo stabilire l’autenticità storica di un personaggio come Achille, solo perché ne parla l’Iliade. Per essere sicuri che una persona sia realmente esistita dobbiamo vederla citata anche in altre fonti, possibilmente “neutrali” o che non abbiano alcun interesse di parte, come i testi biblici, a parlarci di determinati eventi e uomini.

Le fonti extrabibliche che normalmente si presentano come attestanti l’autenticità storica dell’uomo Gesù sono essenzialmente e principalmente quattro.

La prima è conosciuta col nome di “Testimonium Flavianum” ed è tratta dalle “Antichità giudaiche” Di Giuseppe Flavio (37 – 100) scritta nel 93: “Ci fu verso questo tempo Gesù, uomo saggio, se pure bisogna chiamarlo uomo: era infatti autore di opere straordinarie, maestro di uomini che accolgono con piacere la verità, e attirò a sé molti Giudei, e anche molti dei greci. Questi era il Cristo. E quando Pilato, per denunzia degli uomini notabili fra noi, lo punì di croce, non cessarono coloro che da principio lo avevano amato. Egli infatti apparve loro al terzo giorno nuovamente vivo, avendo già annunziato i divini profeti queste e migliaia d’altre meraviglie riguardo a lui. Ancor oggi non è venuta meno la tribù di quelli che, da costui, sono chiamati Cristiani”.

I maggiori critici ritengono questo passo non autentico e che esso sia stato rielaborato da copisti medievali per fini apologetici: un ebreo di stretta osservanza non avrebbe mai parlato in quel modo dell’uomo-Gesù, adombrando un po’ “maliziosamente” che egli fosse un dio (“bestemmia” per un seguace della Torah che crede nell’unicità della natura divina!).

Un’altra fonte è la lettera di Plinio il giovane (61 – 113) all’imperatore Traiano:

“I Cristiani…Affermavano inoltre che tutta la loro colpa o errore consisteva nell’esser soliti riunirsi prima dell’alba e intonare a cori alterni un inno a Cristo come se fosse un dio, e obbligarsi con giuramento non a perpetrare qualche delitto, ma a non commettere né furti, né frodi, né adulteri, a non mancare alla parola data e a non rifiutare la restituzione di un deposito, qualora ne fossero richiesti”.

Come si può notare, in questa lettera, più dell’esistenza storica di Gesù si mette in evidenza quello che faceva una setta religiosa.

Ancora abbiamo lo storico Svetonio (70 – 122) in “Vita dei dodici Cesari”:

“Dato che i Giudei, istigati da Cresto, provocavano costantemente dei tumulti, [Claudio] li espulse da Roma”.

Anche in questo caso si parla di ciò che facevano i cristiani.

L’ultima è quella di Tacito (56 – 123):

“L’autore di questa denominazione, Cristo, sotto l’impero di Tiberio (imperatore dal 14 al 37), era stato condannato al supplizio dal Procuratore Ponzio Pilato; ma, repressa per il momento, l’esiziale superstizione erompeva di nuovo, non solo per la Giudea, origine di quel male, ma anche per l’Urbe, ove da ogni parte confluiscono tutte le cose atroci e vergognose”.

Anche con questa fonte, considerata abbastanza attendibile dagli studiosi, siamo in presenza di notizie di seconda mano e di quello che si sapeva intorno alla setta dei cristiani. Questo è lo stato dell’arte delle fonti extrabibliche che in un modo o nell’altro fanno riferimento al personaggio storico Gesù.

Come è emerso, non siamo di fronte ad un quadro sicuro e preciso: le fonti dicono e non dicono e l’esistenza di una scuola di pensiero che sostiene che Gesù non sia mai esistito è la prova provata di quanto affermato in precedenza.

Per quanto riguarda l’esame interno delle fonti bibliche, ci troviamo in presenza di non pochi e complessi problemi di natura storica. Di Gesù non si conosce quando sia nato: il 25 dicembre è una data che ha valore liturgico-simbolico ed è stata presa a prestito dalla religione pagana, che nel solstizio invernale celebrava la festa del dio sole. Analogicamente, poiché Gesù era considerato il “sole” della nuova religione, ecco spiegato il perché di questa scelta.

Anche sui vangeli dell’infanzia, ci troviamo di fronte a dati contraddittori. Di questa fase della vita di Gesù parlano solo i vangeli di Matteo e di Luca, mentre Marco e Giovanni tacciono completamente. La cosa veramente sorprendente è che essi non concordano, anzi hanno parecchi punti contrastanti. Facciamo qualche esempio: nel vangelo di Matteo non è riportata alcuna motivazione perché Gesù nasca a Betlemme, se non l’adempimento di una profezia attribuita a Michea, nel vangelo di Luca invece si riporta che ciò avvenne a causa di un censimento che avrebbe costretto Giuseppe e Maria a recarsi nel luogo della nascita; della stella, dei re Magi, della strage degli innocenti e della fuga in Egitto si parla solo in Matteo; di Zaccaria, di Giovanni Battista, di Elisabetta solo in Luca; la rivelazione che Gesù sia opera dello Spirito Santo in Matteo è fatta a Giuseppe, in Luca a Maria.

Considerato lo spazio esiguo concesso ad un articolo, non possiamo addentrarci nell’analisi delle numerose discordanze che esistono tra i vangeli canonici. Ci limitiamo a dire che sull’evento centrale della fede cristiana, cioè la resurrezione, i vangeli presentano un vero e proprio guazzabuglio di dati in disaccordo tra di loro. Per comodità del lettore, rimando al quadro sinottico delle contraddizioni sulla resurrezione che ne ha fatto l’ottimo teologo Vito Mancuso, quindi un credente e non un laico di parte, in una ponderosa opera “Io e Dio” alle pag. 308 – 322.

Quale bilancio possiamo trarre a conclusioni di queste brevi note? L’esistenza storica di Gesù è comunque problematica e, proprio perché essa è sfumata e non ben delineata, che il mito se n’è potuto impossessare e dare vita a quell’amplificazione mitologica che adesso noi troviamo calata nei vari catechismi delle chiese cristiane.

L’autore dell’articolo, anche se con qualche esitazione, propende per quella che abbiamo indicato come seconda ipotesi e fatta propria dalla scuola critica.

Joshua bar Joseph (così il nome ebraico di Gesù) era un profeta ebreo itinerante, esorcista e guaritore, un missionario apocalittico che annunciava “l’euaggellion” (buona novella) dell’arrivo imminente, anzi incombente, del Regno per opera di Dio. Dopo essere stato discepolo di Giovanni “il battezzatore” ed essersene staccato con altri adepti, ha predicato quasi esclusivamente in Galilea, in piccoli centri di contadini e pescatori spesso analfabeti, per pochi mesi se stiamo ai tre vangeli sinottici (per tre anni secondo il quarto), al culmine dei quali, recatosi a Gerusalemme, avendo provocato qualche disordine, viene condannato alla crocifissione insieme ad altri due “lestoi”, “ladroni”.

Storicamente quindi una figura di minore importanza rispetto al Giovanni che battezzava sulle rive del Giordano e di altri predicatori apocalittici del suo tempo, di cui è rimasta memoria in Flavio Giuseppe (“l’Egiziano, Teuda, Giuda il Galileo).

Questo in sintesi quello che, al di là di interpretazioni fideistiche e apolegetiche, è la figura del Gesù della storia. Quella delle chiese cristiane è il Gesù della fede che molte volte ha poco a che fare con quello della storia.

 

Vincenzo Caputo

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Vincenzo Caputo

Nato a Somma Vesuviana (NA) nel 1955. Laureato all'Università "Federico II" di Napoli in Filosofia con una tesi su Giulio Girardi, teologo e filosofo, impegnato a coniugare le ragioni della fede religiosa con la dottrina marxista. Dopo la laurea, si è inscritto alla Facoltà di Teologia "Duns Scoto" di Nola (NA), conseguendone il diploma. Per diversi anni è stato insegnante di religione cattolica nei licei. Attualmente insegna materie letterarie presso l'Istituto comprensivo "Radice" di Massa di Somma (NA). Coniugato con Rosetta Buonaguro da oltre trent'anni e padre di due figli, Armando e Viviana. Dopo anni di frequentazione e di impegno cattolico nei movimenti ecclesiali (in particolare il Movimento dei Focolari, fondato nel 1943 da Chiara Lubich), ha aderito al programma di ricerca dell'evoluzionismo di stretta osservanza darwiniana. Ultimamente il suo impegno intellettuale è rivolto ad affrontare su basi razionali l'annoso ed appassionante problema del confronto tra fede e scienza, propendendo decisamente per quest'ultima, come spiegazione "elegante" ed efficace dell'origine della vita sul nostro pianeta.

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