Cos’è la vita?

big bangOgni essere pensante si deve chiedere il senso della sua esistenza, perché è apparso nel mondo. Quando ce lo chiediamo a livello personale, la risposta ci può pure risultare facile: sono venuto al mondo perché i miei genitori si sono amati. Quando però questa domanda ce la poniamo a livello di specie, la risposta da trovare può apparire molto più difficile. Perché un giorno sulla Terra è apparsa la nostra specie? C’è un motivo! Abbiamo uno scopo? Da dove veniamo? Dove andremo? Ebbene, le risposte potrebbero apparire sconcertanti e devastanti se non riflettiamo bene su di esse. In realtà, a queste domande, non c’è alcuna risposta. Noi uomini, che la tassonomia linneana ci definisce “homo sapiens”, siamo il frutto del più puro caso, della più assoluta contingenza. Affermava un grande paleoantropologo americano, morto prematuramente a soli 61 anni nel 2002, Stephen Jay Gould, che se noi riavvolgessimo per cento volte il film della vita, potremmo avere 100 finali diversi. Vale a dire: sarebbe bastata una qualsiasi variazione a livello climatico, ambientale e biologico rispetto a quello che è realmente accaduto e noi oggi non ci troveremmo a discutere amabilmente di queste cose.

Cerchiamo di capire sul piano scientifico se quello che abbiamo affermato è corroborato da evidenze empiriche e cosa è arrivata a sapere o ancora non conosce l’impresa razionale di “homo sapiens” che si chiama “scienza”. Grazie alla scoperta della radiazione cosmica di fondo avvenuta nel 1964 ad opera degli astronomi americani Arno Penzias e Robert Woodrow Wilson, per la quale nel 1978 ottennero il premio Nobel per la fisica, siamo venuti a sapere che il big bang che ha dato origine al nostro universo è avvenuto circa 14 miliardi di anni fa. Gli scienziati discutono accesamente se il nostro universo sia appunto “universo” o ce ne siano altri (ipotesi del multiverso e teoria delle stringhe). Rispetto a queste conoscenze, non si è ancora riusciti a stabilire se l’universo (o gli universi) sia infinito e se sia esistito da sempre. Quello che sappiamo per certo è che dopo circa 8 miliardi di anni si è formato il nostro sistema solare, che fa parte di una galassia periferica (la via lattea). La Terra, il pianeta che ci ha visto nascere, è il terzo del sistema solare che vede al centro, e non come erroneamente si pensava fino al XVII sec., la nostra stella. Essa ha circa 5 miliardi di anni e, se non prima, cesserà di esistere tra altri 5 miliardi di anni, quando si esauriranno le reazioni termonucleari ed il sole diventerà una gigante rossa, inglobando tutti i pianeti, ovviamente compreso il nostro, e distruggendoli. E siamo sicuri, di quest’evento l’universo non se ne accorgerà neppure e continuerà ad esistere chissà per quanti altri anni ancora. Alla faccia di tutti coloro che “presuntuosamente” ritengono che i miliardi di galassie e i miliardi di soli siano stati creati appositamente per noi uomini! Sul nostro pianeta per circa un miliardo di anni non c’è stata vita: troppo inospitale la Terra perché questo fenomeno potesse verificarsi! Ad un certo momento, nella lotteria cosmica esce il “biglietto vincente” e si forma una molecola di RNA capace di autoriprodursi. La scienza ancora non ha scoperto in che modo determinate sostanze si siano combinate e siano diventate “vita”, ma quello che può dire è che quelle sostanze erano già tutte presenti sulla Terra al momento della “partenza”. Gli scienziati hanno anche scherzosamente creato un nome per questa prima molecola: LUCA. Perché proprio LUCA? E’ un acronimo formato delle iniziali delle parole inglesi di “Last-Universal-Common-Ancestor” (ultimo universale comune antenato). Da LUCA fino alla comparsa di “homo sapiens” ormai sappiamo tutto! E’ stata l’evoluzione che ha prodotto l’infinita biodiversità che ci è attestata dalle analisi scientifiche, sia negli esseri che si sono estinti sia in quelli che ancora oggi sono presenti. Come avviene l’evoluzione? E’ un meccanismo molto semplice! Le cellule si riproducono incessantemente per formare copie identiche di se stesse; però a volte avviene che questa copiatura non è perfetta ed avvengono degli errori. Gli errori di copiatura delle cellule possono risultare ininfluenti o letali per l’organismo, in taluni casi però quell’errore di copiatura dà vita ad un nuovo organo che se incontra il favore dell’ambiente e del clima può risultare “vincente. In quel caso l’organismo in possesso di quel nuovo organo ha più possibilità di sopravvivere e quindi di generare più prole, che in modo automatico tenderà a diffondersi. Questa dinamica è avvenuta per tutti gli esseri viventi che si sono succeduti nei circa 4 miliardi di anni in cui è stata presente la vita. Ed è avvenuta anche per noi “sapiens”! Circa 10 milioni di anni fa, sommovimenti tellurici crearono in Africa orientale la cosiddetta “Great Rift Walley” che costituì una barriera ai freschi venti che provenivano dall’oceano Atlantico, provocando un inaridimento delle terre che si trovavano ad est e trasformando quindi la foresta in savana. Noi siamo i discendenti delle scimmie antropomorfe che si sono trovate a vagare per la savana. Errori ripetuti di trascrizione del DNA hanno creato gli organi adatti per farci scendere dalle piante ed assumere la posizione eretta, la quale comunque era più favorevole perché esponeva meno parte corporea ai raggi infuocati del sole e permetteva, una volta scomparsa la vegetazione della foresta, di vedere meglio eventuali predatori. Noi non siamo, come comunemente si può credere, l’unica specie del genere “homo”: ce ne sono state almeno un’altra ventina (tutto attestato dalla biologia molecolare che riesce a tracciare genomi anche su reperti fossili). Così sono andate le cose! Riteniamoci fortunati! La vita, come dice il più grande filosofo della scienza che abbiamo in Italia, Telmo Pievani, è un “dono inaspettato”: l’abbiamo ricevuto, ma potevamo anche non riceverlo. E ci sono state mille occasioni nella storia della Terra che hanno messo a repentaglio la possibilità che noi un giorno comparissimo e incominciassimo a coltivare la presunzione che tutto l’universo fosse stato creato per noi. Tralasciando le cinque glaciazioni che hanno fatto estinguere circa il 90% degli esseri viventi, basta considerare questo dato: se sessanta milioni di anni fa un asteroide non avesse colpito la Terra e fatto estinguere i grandi rettili, meglio conosciuti come dinosauri, i mammiferi non avrebbero mai potuto lasciare le loro nicchie ecologiche e diventare di grossa taglia e quindi di conseguenza noi non saremmo mai comparsi. Ritornando al punto da cui siamo partiti: perché esistiamo e perché siamo venuti al mondo come specie, dobbiamo rispondere che non c’è alcuna ragione. Ma questo non significa farsi prendere dalla disperazione e farci affermare che la nostra vita non ha un senso. La vita un senso ce l’ha ed è quello che vogliamo darle noi. Tutti ci rendiamo conto che è un bene vivere per la giustizia sociale, per la solidarietà umana, per la cultura, la scienza e l’arte perché ciò ci rende più felici e crea intorno a noi una società più vivibile ed armonica: quindi facciamolo ed impegniamo le nostre forze perché tutto ciò si attui nel miglior modo possibile.

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Vincenzo Caputo

Nato a Somma Vesuviana (NA) nel 1955. Laureato all'Università "Federico II" di Napoli in Filosofia con una tesi su Giulio Girardi, teologo e filosofo, impegnato a coniugare le ragioni della fede religiosa con la dottrina marxista. Dopo la laurea, si è inscritto alla Facoltà di Teologia "Duns Scoto" di Nola (NA), conseguendone il diploma. Per diversi anni è stato insegnante di religione cattolica nei licei. Attualmente insegna materie letterarie presso l'Istituto comprensivo "Radice" di Massa di Somma (NA). Coniugato con Rosetta Buonaguro da oltre trent'anni e padre di due figli, Armando e Viviana. Dopo anni di frequentazione e di impegno cattolico nei movimenti ecclesiali (in particolare il Movimento dei Focolari, fondato nel 1943 da Chiara Lubich), ha aderito al programma di ricerca dell'evoluzionismo di stretta osservanza darwiniana. Ultimamente il suo impegno intellettuale è rivolto ad affrontare su basi razionali l'annoso ed appassionante problema del confronto tra fede e scienza, propendendo decisamente per quest'ultima, come spiegazione "elegante" ed efficace dell'origine della vita sul nostro pianeta.

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