Dema, quando l’azienda non vuol sentire

Da un dossier pervenuto in redazione dalla Fiom delineiamo le principali motivazioni che hanno spinto la Fiom-Cgil a comunicare il blocco degli straordinari e un presidio ai cancelli.

Giocare con la dignità delle persone è da spudorati. Farlo nonostante le persone in causa si battano esclusivamente per i propri diritti è da irresponsabili. Quando non c’è dialogo tra le parti la questione diviene ingestibile e le preoccupazioni della parte debole fermentano e prendono ad occupare gran parte dei pensieri. Stiamo parlando della Dema. Ancora una volta. Un’azienda che vuole crescere deve senza alcun dubbio intavolare un dialogo costruttivo con gli operai e la loro rappresentanza. La Dema sembra comportarsi all’esatto contrario.
Vi spiegheremo brevemente cosa è accaduto in questi due movimentatissimi anni.
L’azienda ha voluto far fronte ad un aumento delle commesse e, quindi, del lavoro da svolgere, con migliaia di ore di straordinario attribuite agli operai che scelgono di scendere a compromessi con la stessa, la quale non ha esitato a destinare gli altri in Cassa Integrazione. Come se non bastasse, i pagamenti agli operai che continuavano a lavorare, nella migliore delle ipotesi arrivavano in ritardo e la loro pazienza andava scemando. Diretta conseguenza: un calo drastico dell’efficienza. I metalmeccanici, in particolar modo quelli iscritti alla Fiom, sono da sempre additati come la causa di ogni problema interno nonostante siano evidenti i risultati ottenuti dal dialogo con essi (quando raramente è stato accettato). Per la Dema, chi rivendica i propri diritti va discriminato e, così, dal primo giorno della messa in cassa integrazione si è provveduto a “mettere fuori” (destinandoli, cioè, ad una Cig a zero ore) il sindacato nelle persone dell’Rsu e del membro del direttivo provinciale della FIOM.
Dopo uno scaltro tentativo consistente in una sorta di sequestro di persona all’interno dello stabilimento contro chi chiedeva legittimamente di ricontrattare le condizioni della turnistica di Pomigliano 1, che aveva due giorni di riposo non consecutivi a settimana mentre gli operai si sarebbero accontentati di due giorni consecutivi, l’azienda ha comunicato una riduzione dei turni da 21 a 18 e ha annunciato esuberi. Quei 21 turni voluti dalla Dema per “salvare l’azienda”.
Nello stabilimento di Somma Vesuviana il periodo dei ritardati pagamenti aveva già innescato conflittualità tra le parti. Gli operai decisero di scioperare e picchettare gli ingressi alla luce di uno strano accordo con le banche e di 60 licenziamenti annunciati. La Fiom ripiegò sulla Cassa Integrazione per dare tempo all’azienda di riorganizzare incarichi e gestione del personale. Nonostante questo, 8 operai, compreso l’RSU della Fiom, furono posti in cassa senza possibilità di rotazione con motivazioni poco comprensibili. Lo scorso Venerdì è giunta una lettera all’ RSU nella quale gli si proponeva una formazione “on the job” a Brindisi, nonostante il reparto a cui era destinato segnasse 1500 ore di straordinario e l’azienda giustificasse il mancato reintegro con un fantomatico calo produttivo. Inoltre l’indebitamento aziendale continua ad essere mascherato dalla dirigenza e poi rivelato dai fatti. Intanto la CIG continua imperterrita senza possibilità di rotazione per gli 8 operai che rimangono fuori dall’azienda.
Da domani 21 aprile 2014 la Fiom ha comunicato il blocco degli straordinari. E’ previsto un presidio fuori ai cancelli per chiedere a voce alta la reintroduzione in azienda di chi domani sarà lì ad urlare il proprio ed inalienabile diritto al lavoro. Di chi vuole trasparenza e rispetto donando una vita alla fabbrica e per i quali, per dirla alla Gibran, “Il lavoro è l’amore reso visibile”.

Marco Tufano

 

DEMA (Indotto Alenia)

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Marco Tufano

Classe 1989, trasferitomi a Somma nel 1994, ho praticato basket dal 1996 al 2008, diplomato al liceo classico 'Tito Lucrezio Caro' di Sarno, laureando in lettere, corso di laurea in Editoria e Pubblicistica. Coltivo la passione per la scrittura in forma di articoli di giornale e versi poetici. Responsabile editing e correzione bozze. "Scrivere è come la droga che odio e che prendo. Il vizio che disprezzo e in cui vivo." F. Pessoa

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