Oggi vorrei essere tedesco
Università: la Germania abolisce le tasse, l’Italia le aumenta.
Università gratis per tutti. Non è uno slogan da manifestazione. È la realtà per gli studenti di tutta la Germania che, dopo l’abolizione delle tasse anche nella Bassa Sassonia, può vantare una politica funzionale alla gratuità del diritto allo studio.
Dopo una brevissima reintroduzione delle tasse, i 16 Land che compongono la nazione tedesca, hanno ben pensato di ritornare sui propri passi e abolirle affinché nessuno studente si potesse ritrovare a dover lasciare gli studi per motivi economici. Il reddito non è più una discriminante. Il decreto che abolisce il pagamento delle imposte prevede ben 16 semestri gratuiti a disposizione di ogni studente per completare un percorso di studi universitari di primo e secondo livello, due in più per chi prende parte ad organizzazioni universitarie o accudisce un bambino. Nessuna discriminazione, quindi, nemmeno per chi è lievemente in ritardo e necessita di più tempo per completare il proprio percorso. I dirigenti universitari inizialmente temevano grosse perdite economiche ma il decreto prevede che il Land dovrà versare alle università la somma di € 500, per ogni studente iscritto, per compensare all’assenza dei tributi versati dai singoli. È questa l’unica strada da intraprendere per un accesso libero ai saperi. Non c’è un’alternativa.
In Italia, invece, si procede allo sfascio dell’università e alla trasformazione degli studenti in utenti: nel nostro caso addirittura paghi (troppo) un servizio che non sempre ti viene dato. La cultura diviene merce e se non te la puoi permettere, poco male. Non te la compri! Siamo ovviamente sarcastici ma riteniamo assurdo che negli ultimi dieci anni le tasse per gli studenti italiani siano aumentate quasi del 70% con un corrispondente ed ovvio calo del numero degli immatricolati. Come se non bastasse, il governo capeggiato dal brillante e inconcludente Renzi ha annunciato, nascosti dai proclami propagandeschi, ulteriori tagli al Fondo di Finanziamento Ordinario degli atenei e alla ricerca. I costi sono sempre più limitanti e in tanti, troppi, non possono sostenerli.
Ritorneremo a parlare di welfare quando la politica si dimostrerà interessata a queste problematiche.
Se un diritto, nel nostro caso il diritto allo studio, deve essere pagato, ma che diritto è? Viviamo nell’illusione di vivere in un Paese che rispetti la sua Costituzione. Oggi vorrei essere tedesco.
Fonti: Ansa.it, Spiegel.de
Marco Tufano
Marco Tufano
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